IL CAMMINO DELLA FEDE: GLI EVANGELIZZATORI e la LEGIONE TEBEA
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ALTRE EPIGRAFI
Oltre all’importante
testimonianza visuale delle epigrafi di Staffarda e
Saluzzo (G. MENNELLA e G.
COCCOLUTO, Liguria reliqua trans et cis
Appenninum (Inscriptiones Christianae Italiae septimo seculo antiquiores), IX, Bari 1995. G.COCCOLUTO– Prima di Staffarda.
Il territorio circostante l’Abbazia fra V e XII secolo
Atti del Convegno 1998 in Boll. SSSSAApC 1999 p19-43)
Revello, S.Biagio, Iscrizione di Valentiniano
datata 489
Altre importanti epigrafi cristiane sono emerse dagli
scavi del sec XX. A Revello
dove il Savio, (C.F.SAVIO, Torino 1938) segnalò la scoperta, presso la
Cappella di San Biagio dell’iscrizione di VALENTINIANO datata
28 febbraio 489 ora murata all’interno della cappella. Lo stesso autore segnalava probabili siti
archeologici a S.Firmino e a S.Massimo. Nella vicina Cavour all’interno
dell’abbazia è segnalata (G.Mennella 1993) l’epigrafe che porta il nome del sacerdote presbiteri
Victor del 466, e di…OLA HONESTA
FEMINA; le cui citazioni consolari ne permettono la collocazione tra il 420-446 e quella di un presbiter Proiectus
(G.Coccoluto 1990 p.75) localmente
in fama di santità.
Queste testimonianze visibili rivelano
la presenza e l’azione di primi missionari, martiri, oppure no. Tra
questi
evangelizzatori ci si aspetta la G.BOTONERI, Castelmagno, i Tebei
citazione dei Tebei.
E’ tradizione antichissima che le nostre valli
siano state evangelizzate da soldati romani convertiti al cristianesimo. Il
nome di alcuni di loro San Chiaffredo, San Ponzio, San Costanzo San Vittore,
San Magno, San Vitale, San Defendente, San Pancrazio e altri ancora è giunto sino a noi (Dao 1965, p.10,11)
Numerosi i pittori che, per aver vissuto nel periodo in cui i Tebei ebbero la maggiore diffusione, li raffigurarono; tra
questi i Biazaci a Casteldelfino, il Baleison e Pietro da Saluzzo a Pagno e Hans Clemer nella lunetta del Duomo di Saluzzo e nel polittico 1495. Tutti conoscono la cappella
di Castelmagno dove nel 1514 Giovanni Botoneri
raffigura questi martiri (Ponzo, Costanzo, Maurizio connotato dal vessillo simbolico, Magno,Chiaffredo,
Dalmazzo, Pancrazio ) La storia
dei tebei come narra Franco Bolgiani
(F.BOLGIANI Storia
di Torino 1997 p 130ss), inizia a diffondersi a partire da Lione nella metà
del sec.V la cosiddetta “Legione tebea”
la cui fama giungerà al nord Europa, nella padania
sino a Roma. Eucherio, severo monaco di Lerin
divenuto vescovo di Lione, ha
dato forma letteraria
primitiva al racconto nella Passio Acaunensium martyrum. Agaunum è l’attuale Saint-Maurice
nel Vallese. La legione era detta “tebea”
in quanto composta di militari provenienti dalla Tebaide nell’Egitto
meridionale e inviata sotto Massimiano Erculeo nel Vallese
per perseguitare i cristiani. Eucherio racconta che i soldati della
legione, pur fedeli all’imperatore, si rifiutarono di uccidere i cristiani. Massimiano
allora ordinò una prima decimazione e poi diede ordine
di sterminare tutta la legione. Appare subito l’assurdità di far
trasferire un’intera legione dall’Oriente per farla poi eliminare. Il carattere
leggendario del testo di Eucherio che parla di
6600 legionari, si rivela ancora di
più se si considerano le fonti di
informazione, tutte indirette e
intessute di elementi leggendari. Sono stati trasmessi i nomi dei capi militari
della spedizione: Maurizio, Eusperio Candido cui si
aggiunse Vittore il quale, di passaggio, meledisse
gli assassini e, dichiaratosi cristiano, venne messo a
morte. Il racconto si diffuse e fu causa del formarsi di cicli leggendari. Le
reliquie dei Tebei avevano cominciato presto a
diffondersi anche perché i soldati della legione Tebea,
fuggiti da Agaunum andarono in varie direzioni,
inseguiti dai soldati imperiali e messi a morte là dove si trovano le loro
reliquie.
Sono numerosi, disseminati singoli o a gruppi,
i Tebei in Europa e in Italia. A Saluzzo le valli
piemontesi si popolano di questi martiri dando luogo ad una vivace
toponomastica di devozioni di nomi tebei. Il più significativo nel nostro territorio è San
Chiaffredo che a Saluzzo è rappresentato in coppia con S.Costanzo
compatrono della diocesi. Il nome Chiaffredo ha diverse varianti: Gioffredo,
Zaffredus, Loffredo ecc, in realtà si tratta di
un'unica persona. La storia di San Chiaffredo è stata registrata per la prima
volta da Guglielmo Baldesano in La sacra histoira thebea (Torino 1588, ripubblicata 1604)
Scriveva Antonio Ferrua nel 1950 sull’origine del culto di S.Chiaffredo ( Boll. SSSAApC 30.11.1952 p 18): da questa tradizione del Baldesano dipendono quanti hanno scritto sull’origine del
culto del santo che, come ha dimostrato il P.Savio
nel 1901, si può far risalire molto più indietro, è infatti confermato dall’atto dell’arcivescovo di
Torino del 1375 e dal breve di Clemente
VII del 1387 circa il conferimento di indulgenze. Il culto pubblico del santo
presso il santuario di Crissolo ha quindi origini
molto antiche .
Secondo il leggendario racconto ( cito
R.Pellerino, D.Rossi in MISTA’ 2006 p 156) Chiaffredo sarebbe fuggito sulle Alpi
e qui raggiunto dai soldati romani e ucciso
nel 290. Il 18 novembre del 522 in seguito a circostanze miracolose gli abitanti di Crissolo rinvennero la sepoltura del santo ed
eressero in suo onore una chiesa poi restaurata dal re longobardo Ariperto
II nel sec VIII. Sotto Ludovico II la primitiva struttura fu sostituita da un
più grande santuario, rimaneggiato già nel 1551 e
destinato a subire nel sec XVI-XVII l’assalto dei valdesi e degli ugonotti. Le
reliquie del martire vennero trasportate nel sec XVII
nel Duomo di Saluzzo, la chiesa di Crissolo ebbe
successive trasformazioni; mentre
l’interno conserva ancora l’antica struttura con volta a sesto acuto, la
facciata è in stile eclettico di primo Novecento,
Anche se sull’origine del culto di San
Chiaffredo, che tanta devozione di pellegrinaggi ha sviluppato nella Diocesi,
restano le
incertezze di secoli poco documentati,
tuttavia il territorio della
diocesi di Saluzzo ebbe certamente degli
evangelizzatori sin dai primi secoli dal
momento che, già nel V secolo, esistono
comunità cristiane che ci hanno lasciato la testimonianza di epigrafi di
credenti in Cristo.
da Corriere di Saluzzo 20.1.011
BIBLIOGRAFIA
C.F.SAVIO, Revello,
origini-archeologia-arte, Torino
1938
G.MENNELLA Cristianesimo e Latifondi tra Augusta Bagiennorum
e forum vibi caburrum, 1993
G.COCCOLUTO in Bollettino SSSAADPC, 102
1990 p.75n.14
E.DAO La
Chiesa nel saluzzese fino alla costituzione della
Diocesi di Saluzzo ,
Saluzzo 1965, p.10,11
F.BOLGIANI, Storia
di Torino, 1997 p 130ss
A.FERRUA Sull’origine del culto di San
Chiaffredo Boll.
SSSAApC 30.11.1952 p 17 ss.
R. PELLERINO, D.ROSSI in MISTA’ 2006 p 156